La storia del
Consorzio Oltresarca
Dalla storia preziose testimonianze sulla regolazione di utilizzo dell’acqua
Gli antichi Statuti di Oltresarca del 1522, al capitolo 76, ordinavano che «non ci sia nessuna persona che osi levare dal loro letto, per dare acqua ai prati o per altra causa, le acque delle fontane che giungono alle ville d’Oltresarca e trattenere l’acqua in modo che non giunga a sufficienza per la quantità di cui abbisognano quelle ville».
Da sempre l’acqua è stata un bene prezioso per la vita dell’uomo e le comunità si erano date delle regole per tutelare questa risorsa. Anticamente l’acqua arrivava ai paesi (le ville) dell’Oltresarca attraverso canali o ruscelli, le fitte; e quell’acqua era anche forza motrice per mulini, segherie, frantoi e fucine.
Da sempre l’acqua è stata un bene prezioso per la vita dell’uomo e le comunità si erano date delle regole per tutelare questa risorsa. Anticamente l’acqua arrivava ai paesi (le ville) dell’Oltresarca attraverso canali o ruscelli, le fitte; e quell’acqua era anche forza motrice per mulini, segherie, frantoi e fucine.

Nel 1666 si raggiunge un accordo con la Comunità di Arco circa il posizionamento delle “palade” per irrigare i campi del Bruttagosto: «Primo. La Magnifica Comunità d’Oltrasarca volendo ricever l’aqua per beneficio d’aquar li loro Prati di Bruttagosto, non doverà inoltrarsi verso alla Sarca per far riparo di esso fosso, oltre li palli per noi piantati et consignati da ambo le parti e che tal fosso non possi esser fatto di maggior larghezza di quelle che sono le dette
Pallificate et fino a quel segno che esse capiscono et per noi nuovamente piantate».


Col passare dei secoli nasce pressante il bisogno di dare regole più
stringenti sull’utilizzo dell’acqua, coinvolgendone i fruitori in un organismo; vengono istituiti i Consorzi, tra i quali il Consorzio di Irrigazione Fitta Vecchio. Nel relativo Statuto del 1897 si ricorda che «ha il suo principio alla Briglia costruita all’imboccatura del Sarca ed il suo termine al Merizzo ove ritorna le sue acque nel fiume Sarca.
Esso venne costituito con adesione spontanea di tutti gli interessati fino dal 9 settembre 1817 in base al relativo piano di concorrenza senza eccezioni da tutti gli utenti ed alla convenzione giudiziale di Arco del 17 febbraio 1837 che fu poi approvata dall’inallora Imperiale Regio Capitanato Circolare di Rovereto dei 3 luglio 1840 ed aveva ed ha tutt’ora lo scopo di irrigare le campagne e di fornire di forza motrice gli edifici nel perimetro Consorziale».
I vari articoli che componevano quello statuto stabilivano chi poteva far parte del Consorzio, con quale rappresentatività e relativa compartecipazione economica (collette), con quale ruolo. Importanti erano gli obblighi del Consorzio Fitta Vecchio. Innanzitutto quello di riattare e conservare la palizzata (la palada) che permetteva di deviare l’acqua del fiume Sarca nel canale maggiore, che doveva essere tenuto pulito a spese dello stesso Consorzio. Lo spurgo dei canali e dei fossi “figliali” doveva essere invece eseguito dai singoli frontisti. Ben sette erano gli “opifici” che sfruttavano l’acqua del Consorzio Fitta vecchio per muovere le loro ruote. Gli addetti del Consorzio erano tenuti a riparare eventuali danni recati alle prese d’acqua da inondazioni così come a incrementare il flusso d’acqua in caso di “magra” del Sarca, a beneficio soprattutto degli “opifici”, affinché le ruote e la conseguente produzione non si fermassero.
Per stabilire i turni per l’irrigazione dei vari campi veniva stilato un “rodolo”, ossia una sorta di elenco e chi lo faceva applicare e rispettare era il “rodolèr”.
Esso venne costituito con adesione spontanea di tutti gli interessati fino dal 9 settembre 1817 in base al relativo piano di concorrenza senza eccezioni da tutti gli utenti ed alla convenzione giudiziale di Arco del 17 febbraio 1837 che fu poi approvata dall’inallora Imperiale Regio Capitanato Circolare di Rovereto dei 3 luglio 1840 ed aveva ed ha tutt’ora lo scopo di irrigare le campagne e di fornire di forza motrice gli edifici nel perimetro Consorziale».
I vari articoli che componevano quello statuto stabilivano chi poteva far parte del Consorzio, con quale rappresentatività e relativa compartecipazione economica (collette), con quale ruolo. Importanti erano gli obblighi del Consorzio Fitta Vecchio. Innanzitutto quello di riattare e conservare la palizzata (la palada) che permetteva di deviare l’acqua del fiume Sarca nel canale maggiore, che doveva essere tenuto pulito a spese dello stesso Consorzio. Lo spurgo dei canali e dei fossi “figliali” doveva essere invece eseguito dai singoli frontisti. Ben sette erano gli “opifici” che sfruttavano l’acqua del Consorzio Fitta vecchio per muovere le loro ruote. Gli addetti del Consorzio erano tenuti a riparare eventuali danni recati alle prese d’acqua da inondazioni così come a incrementare il flusso d’acqua in caso di “magra” del Sarca, a beneficio soprattutto degli “opifici”, affinché le ruote e la conseguente produzione non si fermassero.
Per stabilire i turni per l’irrigazione dei vari campi veniva stilato un “rodolo”, ossia una sorta di elenco e chi lo faceva applicare e rispettare era il “rodolèr”.

Il Consorzio attuale
Passano diversi decenni e nel 1990 nasce il Consorzio di Miglioramento Fondiario ed Irriguo di Oltresarca grazie all’unificazione del Consorzio di Miglioramento Fondiario Oltresarca, del Consorzio di Irrigazione Fitta Vecchio (in cui era nel frattempo confluito il Consorzio Fitta Fibie) e del Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Fontane. Si compie un passo importante che rende più razionale e organizzato un servizio fondamentale a vantaggio dei terreni nel suo comprensorio, portando ad un ampliamento, al potenziamento delle opere di miglioramento fondiario e alla trasformazione degli impianti con sistemi di distribuzione più moderni, tendenti al risparmio di acqua.
Con delibera dell’Assemblea del febbraio 2008, oltre all’adozione di un nuovo statuto, su proposta della PAT, contemporaneamente, si è deciso modificare il nome in: Consorzio Oltresarca di Miglioramento Fondiario ed Irriguo.
Con delibera dell’Assemblea del febbraio 2008, oltre all’adozione di un nuovo statuto, su proposta della PAT, contemporaneamente, si è deciso modificare il nome in: Consorzio Oltresarca di Miglioramento Fondiario ed Irriguo.
Un po’ di storia recente: LE ORIGINI E LE UNIFICAZIONI
Il Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Oltresarca, nasce il 24 novembre 1966
ed il suo perimetro ricomprende circa 280 ettari.
Nel 1972, trainato da Maino Enzo, ha promosso l’iniziativa di costruire un impianto
pluvirriguo a pioggia su tutto il territorio di Arco, coinvolgendo anche gli altri Consorzi per
costituendo il Consorzio Generale del Comune di Arco. L’idea purtroppo è fallita a causa
dell’opposizione di molti personaggi ed a pagina 99 del libro verbali, troviamo questo
comunicato congiunto: “I consigli direttivi dei Consorzi di irrigazione e miglioramento
fondiario di Oltresarca, Fitta Vecchio, Fitta Fibbie, Fontane, sentita la relazione del
Presidente del consorzio di Oltresarca, considerato il grave ritardo provocato dai ricorsi
degli oppositori all’impianto di irrigazione a pioggia, considerata l’impossibilità materiale
di rimanere nei limiti di tempo prescritti dalle norme comunitarie hanno deciso nella seduta
del 13 dicembre 1973 di rinunciare all’esecuzione dell’opera. Ringraziano quanti con il loro
voto favorevole avevano espresso l’intendimento di realizzare l’impianto, denunciano
all’opinione pubblica coloro che direttamente o indirettamente hanno boicottato una
iniziativa di sicuro progresso sociale ed economico.”
Negli anni successivi, (1979 – 1982) il Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Oltresarca ha commissionato in proprio vari progetti ed ha realizzato le condotte principali in tutti i terreni Consorziati e su parte di essi è riuscito anche a realizzare gli impianti di irrigazione a pioggia lenta, avendo ottenuto una concessione irrigua con acqua in pressione naturale. Il risultato è stato conseguito dall’allora Presidente Maino Enzo che con caparbietà ha pressato i competenti uffici Provinciali fino ad ottenere l’autorizzazione a prelevare l’acqua dalla galleria “Cavedine – Torbole” costruita dalla SISM per azionare la centrale idroelettrica di Torbole.
L’attività del Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Oltresarca, è terminata con la delibera del Consiglio dei delegati (a firma del Presidente Maino Enzo, segretario Bertamini Ivo) datata 19 marzo 1991 facendo confluire il patrimonio, attività e passività nel Consorzio di Miglioramento Fondiario ed Irriguo di Oltresarca.
Negli anni successivi, (1979 – 1982) il Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Oltresarca ha commissionato in proprio vari progetti ed ha realizzato le condotte principali in tutti i terreni Consorziati e su parte di essi è riuscito anche a realizzare gli impianti di irrigazione a pioggia lenta, avendo ottenuto una concessione irrigua con acqua in pressione naturale. Il risultato è stato conseguito dall’allora Presidente Maino Enzo che con caparbietà ha pressato i competenti uffici Provinciali fino ad ottenere l’autorizzazione a prelevare l’acqua dalla galleria “Cavedine – Torbole” costruita dalla SISM per azionare la centrale idroelettrica di Torbole.
L’attività del Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Oltresarca, è terminata con la delibera del Consiglio dei delegati (a firma del Presidente Maino Enzo, segretario Bertamini Ivo) datata 19 marzo 1991 facendo confluire il patrimonio, attività e passività nel Consorzio di Miglioramento Fondiario ed Irriguo di Oltresarca.
Il Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Fontane, stato costituito nel 1951
nella seduta assembleare svoltasi il 03 marzo, dopo un periodo di incontri del comitato
promotore che si è ritrovato per la prima volta il 17 gennaio 1946 all’osteria Stivo (46 presenti)
sotto la direzione del maestro Cattoi. Presidente Bertamini Adamo e segretario Cattoi Remo.
Ha proseguito la sua attività sui circa 35 ettari di terreni a sud del cimitero di Vignole, fino al
1991, anno in cui si è concretizzata l’unificazione dei Consorzi come detto in precedenza.
Presidente dell’ultima Assemblea del 05 gennaio 1991, Faccio Floriano e segretario
Bertamini Ivo.
Il Consorzio Irriguo Fitta Vecchio, di cui si trova lo statuto emanato nel 1897, ed abbiamo
verbali a partire dal 1953. L’Assemblea degli utenti industriali ed agricoli del Consorzio Fitta
Vecchio tenutasi il 12 aprile 1953, aveva come Presidente il signor Ioppi Tullio, e segretario
Maino Gianfranco e vi hanno preso parte 83 Consorziati.
Nel tempo, ha accorpato il Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Fitta Fibbie con decreto n. 88 del Presidente della Giunta Provinciale riportato sul bollettino ufficiale n. 18 del 02 maggio 1981.
In quel momento, con i suoi circa 250 ettari, il Consorzio Irriguo Fitta Vecchio è stato il traino in occasione dell’unificazione dei Consorzi dell’Oltresarca, deliberata nell’Assemblea del 06 gennaio 1991 con Presidente Signoretti Natalino e segretario Giovanazzi Remo con la cessazione del Consorzio Irriguo Fitta Vecchio.
A Signoretti Natalino è stato dato l’incarico di gestire la lunga fase costituente dell’attuale Consorzio con riunioni, incontri e verifiche nei competenti uffici Provinciali che ha portato alla cessazione: del Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Oltresarca, del Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Fontane, e del Consorzio Irriguo Fitta Vecchio che hanno formato un unico ente di circa 530 ettari, inizialmente intitolato Consorzio di Miglioramento Fondiario ed Irriguo di Oltresarca.
Nel tempo, ha accorpato il Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Fitta Fibbie con decreto n. 88 del Presidente della Giunta Provinciale riportato sul bollettino ufficiale n. 18 del 02 maggio 1981.
In quel momento, con i suoi circa 250 ettari, il Consorzio Irriguo Fitta Vecchio è stato il traino in occasione dell’unificazione dei Consorzi dell’Oltresarca, deliberata nell’Assemblea del 06 gennaio 1991 con Presidente Signoretti Natalino e segretario Giovanazzi Remo con la cessazione del Consorzio Irriguo Fitta Vecchio.
A Signoretti Natalino è stato dato l’incarico di gestire la lunga fase costituente dell’attuale Consorzio con riunioni, incontri e verifiche nei competenti uffici Provinciali che ha portato alla cessazione: del Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Oltresarca, del Consorzio Irriguo e di Miglioramento Fondiario Fontane, e del Consorzio Irriguo Fitta Vecchio che hanno formato un unico ente di circa 530 ettari, inizialmente intitolato Consorzio di Miglioramento Fondiario ed Irriguo di Oltresarca.
Attività recente
Attualmente il Consorzio Oltresarca di Miglioramento Fondiario ed Irriguo, è uno dei più grandi del Trentino, e si distingue in efficienza per aver puntato a risolvere con il proprio personale ed una buona dotazione di macchine ad attrezzi, tutte le riparazioni, manutenzioni e modifiche degli impianti che sono significative su un consorzio di così vaste dimensioni.
Dopo l’unificazione è iniziato l’iter per portare l’acqua in pressione anche nei terreni che fino a quel momento usavano impianti a scorrimento o impianti azionati da motori termici.
Questo si è concretizzato nel 2011 in parallelo con il progettone portato avanti dal Consorzio di II grado Alto Garda. Con tale progetto di circa 2.500.000,00 € è iniziato il rinnovamento degli impianti, sono state installate le stazioni di filtraggio ed è stata portata l’acqua in pressione per caduta naturale sull’intero territorio irrigato.
Nel 2017 è stata fatta una riperimetrazione accorpando circa 40 ettari di oliveti situati a S. Martino, Rizola, Vignole e Marocheti, con i quali la superficie complessiva ha raggiunto la dimensione di 714 ettari circa ed anche essi sono stati collegati con una rete di tubazioni alle opere di presa in loc, Gambor portando le bocchette di utenza in posizioni strategiche negli oliveti.
Dopo l’unificazione è iniziato l’iter per portare l’acqua in pressione anche nei terreni che fino a quel momento usavano impianti a scorrimento o impianti azionati da motori termici.
Questo si è concretizzato nel 2011 in parallelo con il progettone portato avanti dal Consorzio di II grado Alto Garda. Con tale progetto di circa 2.500.000,00 € è iniziato il rinnovamento degli impianti, sono state installate le stazioni di filtraggio ed è stata portata l’acqua in pressione per caduta naturale sull’intero territorio irrigato.
Nel 2017 è stata fatta una riperimetrazione accorpando circa 40 ettari di oliveti situati a S. Martino, Rizola, Vignole e Marocheti, con i quali la superficie complessiva ha raggiunto la dimensione di 714 ettari circa ed anche essi sono stati collegati con una rete di tubazioni alle opere di presa in loc, Gambor portando le bocchette di utenza in posizioni strategiche negli oliveti.